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ZOROASTRO E LA MACCHINA PER VOLARE

Molti non lo sanno, ma, entrando a Firenze nord tramite l’ autostrada A11, la prima via nella quale ci si immette è intitolata ad un certo Zoroastro da Peretola. La dedica ad un personaggio proveniente dal borgo di Peretola non stupisce, visto che l’ imbocco dell’ autostrada Firenze – Mare, taglia in effetti l’ antico borgo della periferia fiorentina. D’ altra parte, una importante via è intitolata ad un altro celebre peretolino, ovvero il navigatore Amerigo Vespucci. Certamente però, Zoroastro non sembra essere nome tipicamente fiorentino.

In effetti, andando a scavare nella vita di Zoroastro da Peretola, si ricava che il suo vero nome fu Tommaso Masini, e che Zoroastro fu il bizzarro “nome d’ arte” che egli stesso si impose per rafforzare la sua immagine di negromante ed occultista: insomma, un’ operazione di marketing ante-litteram. Di sicuro sulla sua vita e le sue mille professioni, vere o millantate, sappiamo che egli fu inseparabile amico di Leonardo da Vinci, e la sua principale notorietà gli deriva dall’ aver egli collaborato alla costruzione ed al collaudo della macchina da volare che il genio di Vinci aveva progettato. Si racconta che il primo tentativo di volo abbia avuto luogo sul Monte Cèceri, un poggio situato nel Comune di Fiesole, sopra Firenze, compreso attualmente in un Area protetta di interesse naturalistico. Il Monte Cèceri deve la sua importanza, oltre che al volo inaugurale della macchina per volare di Leonardo, alle sue cave di pietra serena, particolarmente pregiata.

Tornando a Zoroastro, sappiamo che,  gettatosi da un dirupo sul Monte Cèceri, la macchina di Leonardo andò a schiantarsi al suolo; nondimeno, è certo dalle cronache del tempo che egli non dovette risentire più di tanto dall’ incidente occorsogli, dato che ci viene descritto, successivamente all’ impresa, a Firenze in piena forma. Figlio, a quanto si apprende, di un ortolano di Peretola, Tommaso andava dicendo di essere figlio illegittimo di Bernardo Rucellai, parendogli evidentemente vergognoso essere di così umile estrazione. Bernardo Rucellai era infatti uno degli uomini più ricchi della Firenze dell’ epoca, e più potente per giunta, avendo egli sposato Nannina de’ Medici, sorella di Lorenzo il Magnifico. Viveva Zoroastro nella attuale via Valfonda, di lato alla Stazione di Santa Maria Novella, ed aveva una straordinaria passione per la magia più che per tutto il resto. Oltre alla magia, sembra tuttavia si sia dedicato ad’ un’ infinità di altri interessi, dall’ alchimia, alla letteratura, all’ oreficeria ed all’ astrologia. Di certo però la sua passione per le scienze occulte dovette essere predominante se era tenuto dal popolo in considerazione di grande mago e negromante. Si narra addirittura che la sua fama sinistra ed il suo aspetto estremamente trascurato fossero sufficienti a far sì che egli non trovasse serva o cameriera disposta a prendere servizio presso di lui.

Per concludere degnamente il breve discorso su un personaggio stravagante quale Zoroastro da Peretola, sembra opportuno riferire qui una della novelle umoristiche (dette facezie) scritte da Leonardo, di cui Tommaso è protagonista. Narra Leonardo che Tommaso, essendosi recato un giorno a Modena, dovette pagare cinque soldi di gabella alle porte della città. Facendo mostra di enorme stupore e ammirazione per un tale avvenimento, una moltitudine di gente gli si radunò attorno e gli chiese quale fosse il motivo del suo rumoreggiare. Al che, Tommaso rispose (cito testualmente da Leonardo): “O non mi debbo io meravigliare con ciò sia che tutto un omo paghi altro che cinque soldi, e a Firenze io, solo a metter dentro el cazzo, ebbi a pagare dieci ducati d’ oro, e qui metto el cazzo, e coglioni, e tutto il resto per sì piccol dazio? Dio salvi e mantenga tal città e chi la governa!”. Tale facezia non dev’ essere lontana dal vero, visto che così bene Leonardo conosceva il suo compare.