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La Torre della Castagna: il ballottaggio dei Priori delle Arti

La Torre della Castagna

La Torre della Castagna: il Palazzo che si scorge sulla destra è la sede della Pretura

Immaginate di passare un giorno per la celebre piazzetta di San Martino, che si trova all’ incrocio fra via Dante Alighieri e via de’ Magazzini. Perchè passarci? Magari perchè avete visitato la vicinissima “casa di Dante“, o perchè avete fatto un salto alla antichissima Badia Fiorentina, oppure perchè volevate saperne di più su quell’ Oratorio di San Martino, dal quale i Buonomini recavano aiuto ai poveri verghognosi.

Ebbene, proprio in fronte all’ Oratorio dei Buonomini, sul lato da cui si accede alla Pretura (o meglio vi si accedeva, prima che questa venisse concentrata al pari di tutte le altre sedi giurisdizionali nel nuovisssimo Palagiustizia di Novoli), trovate sulla cantonata una torre medioevale altissima e prefettamente conservata: si tratta della cosiddetta “Torre della Castagna”.

Le prime notizie storiche di questa torre cominciano nel 1038, anno in cui l’ imperatore Corrado la donò ai monaci benedettini della Badia Fiorentina, nel quale complesso essa è a tutt’ oggi incorporata. Ma la sua vera rilevanza sulla scena politica fiorentina arrivò nel 1282, quando i Priori delle Arti, che componevano la Signoria di Firenze, la utilizzarono come sede delle loro riunioni nelle more della realizzazione del Palazzo della Signoria.

Il portale della Torre della Castagna

Il portale della Torre della Castagna: si osservi il doppio arco "senese" e la lapide in marmo che riporta un passo della Cronica di Dino Compagni

La cosa curiosa sta nel fatto che la Torre era stata scelta proprio perchè, data la sua altezza, consentiva una facile difesa contro coloro che avessero eventualmente tentato di portare minacce e pressioni indebite nei confronti dell’ Organo politico più importante della città. La scelta della Torre era comoda anche perchè consentiva ai Priori di raggiungere le Magistrature della città, che si riunivano all’ epoca nei locali della Badia, passando dall’ interno del complesso conventuale.

Altra curiosità sta nel fatto che, nel corso della loro carica, che durava due mesi, i membri del Priorato delle Arti non potevano uscire dalla Torre se non collegialmente: in questo modo, ogni volta che si creavano occasioni di contatto con l’ esterno, ogni membro del consiglio era “controllato” da tutti gli altri.

Ma cosa c’ entra con tutto questo il “ballottaggio” citato nel titolo? C’ entra per via di una curiosità che ci consente di prendere “due piccioni con una fava”: da un lato disvela l’ etimo di una parola di origine incerta, dall’ altro ci indica il motivo del nome attribuito alla Torre della Castagna.

Sembra infatti che la Torre prendesse il nome dal fatto che i Priori, che vi si riunivano, usavano mettere in un sacchetto, per esprimere il proprio voto, delle castagne. Ora, nel parlato fiorentino, la castagna lessata è per l’ appunto detta “ballotta”, ed ecco allora perchè l’ uso delle castagne come “palline” per le votazioni sta all’ origine della parola “ballottaggio”. Col tempo, naturalmente, le castagne furono sostituite con palline di cera, di metallo o di legno, di colori diversi per espimere voti differenti. Cionondimeno, la castagna rimane, per la sua forma rotondeggiante, il primitivo strumento di votazione dei Priori, che la impiegavano per i loro “ballottaggi”.

La Torre della Castagna, detta un tempo “Bocca di Ferro”, è oggi di proprietà dell’ Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini/Giuseppe Garibaldi. Sulla destra del portale si legge una lapide in marmo che ricorda, con una frase dalla Cronica dello storico Dino Compagni, come il Priorato avesse qui la propria sede al momento della sua fondazione nel 1282: “E chiamoronsi Priori delle Arti: e stettono rinchiusi nelle Torre della Castagna appresso alla Badia, acciò non temessero le minacce dei potenti“.