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Aneddoto del Cristo-contadino: una gara fra Brunelleschi e Donatello

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Il Cristo "contadino" scolpito da Donatello: si trova nella cappella Bardi in Santa Croce

Oggi riporto qui un divertentissimo aneddoto narrato dal Vasari nella sua enciclopedica opera Vite de’ più eccellenti scultori, pittori e architetti, in cui Donatello e Brunelleschi, grandi amici, fanno a gara di maestrìa nella scultura di un Crocifisso di legno. Continuate a leggere se volete sapere chi vinse la sfida.

Narra il Vasari nella Vita del Brunelleschi, che Donatello portò a termine con straordinaria fatica un Crocifisso di legno che, sembrandogli aver compiuto opera di rara bellezza, mostrò all’ amico Filippo, suo grande amico, per averne il parere.

Al Brunelleschi, che stando alle parole con le quali Donatello magnificava l’ opera sua, si aspettava di vedere molto miglior cosa, quando lo vide, venne da sorridere. Vedendo ciò, Donatello iniziò a pregarlo che, per quanta amicizia correva fra loro, gliene dicesse un parere.

Per questo motivo gli rispose il Brunelleschi che gli pareva che Donatello avesse “messo in croce un contadino e non il corpo di Gesù Cristo, il quale fu delicatissimo ed in tutte le parti il più perfetto che nascesse giammai“.

Ecco allora che “udendosi mordere Donato, e più a dentro che non pensava, dove sperava esser lodato“, rispose al Brunelleschi che “se così facile fosse fare come giudicare, il mio Cristo ti parrebbe Cristo e non un contadino, però piglia del legno e pruova a farne uno ancor tu“.

Filippo, tornato a casa senza accennare più alla faccenda, mise mano alla scultura di un Crocifisso di legno e, cercando di sopravanzare quello di Donatello, per non condannar il proprio giudizio, lo condusse dopo molti mesi di lavoro a somma perfezione.

Terminata l’ opera, fece un giorno di invitare a pranzo Donatello, il quale accettò; e così, andando insieme verso casa del Brunelleschi, questi comprò in Mercato Vecchio alcune cose, che diede poi a Donatello, dicendogli di avviarsi a casa sua, dove lo avrebbe raggiunto in breve temp0.

Crocifisso scolpito da Brunelleschi in risposta alla sfida di Donatella: si trova oggi in Santa Maria Novella

Crocifisso scolpito da Brunelleschi in risposta alla sfida di Donatella: si trova oggi in Santa Maria Novella

Quando Donatello entrò dunque in casa del Bruelleschi, giunto che fu al pianterreno, vide il Crocifisso scolpito dall’ amico ben illuminato (piazzato ad arte dal Brunelleschi affinchè Donatello lo vedesse) e “fermatosi a considerarlo, lo trovò così perfettamente finito che, vinto e tutto pieno di stupore, aperse le mani che tenevano il grembiule, onde, cascatogli l’ ova, il formaggio e l’ altre robe tutte, si versò e fracassò ogni cosa“. Rimane dunque Donatello come privo di sensi a mirare il Crocifisso, quando arriva il Brunelleschi che, ironicamente, ed avendo già immaginato l’ effetto che la scultura avrebbe fatto, gli domanda: “che disegno è il tuo Donato? che desineremo noi, avendo tu versato ogni cosa?”. Risponde Donatello:”Io per me, ho per istamani avuta la parte mia; se tu vuoi la tua pigliatela: ma non più; a te è conceduto fare i Cristi e a me i contadini“.

I due Crocifissi in lizza si trovano oggi, uno nella Cappella Bardi in Santa Croce (il Cristo-contadino di Donatello), l’ altro in Santa Maria Novella. Aldilà del gustoso aneddoto, le due sculture sono particolarmente significative della concezione stilistica dei due grandi artisti: laddove Donatello persegue un criterio di realismo figurativo, il Brunelleschi si attiene ad una canone estetico idealizzato. Mentre il primo, cioè, mette in croce un uomo “vero e realistico”, contorto nello spasmo di una sofferenza suprema, il secondo mette nella sua opera una rappresentazione che parte dal concetto di Cristo come canone della perfezione morale di ogni uomo, e dunque di ogni perfezione, ivi inclusa la perfetta compostezza e leggiadrìa del corpo sebbene disteso in croce.

Concludo ricordando che Brunelleschi e Donatello, in ragione della fama raggiunta dalla rispettiva maestrìa, furono spesso rivali in occasione delle gare con cui si appaltava la realizzazione di opere d’ arte pubbliche, commissionate dalla Signoria. Per fare solo l’ esempio più memorabile storicamente, Brunelleschi e Donatello erano due dei contendenti che si disputavano l’ assegnazione della realizzazione delle porte del Battistero. Tutti ricordano che, alla fine, fra i due litiganti godette il terzo, ovvero il famoso orafo Lorenzo Ghiberti, che impiegò tutto il resto della sua vita per realizzare le meravigliose porte, fra cui quella passata alla storia come “Porta del Paradiso”.