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La Bizzarrìa di Villa Panciatichi

Sto a Firenze, zona Novoli, da sette anni. Conosco quindi benissimo, perchè ci passo spesso con la macchina, questa viuzza, una traversa di via Torre degli Agli, che si chiama “via Giardino della Bizzarrìa”.

La prima volta che vidi il nome della strada ricordo di aver pensato che le autorità cittadine di Firenze godevano di una straordinaria fantasia, per aver dato un così bel nome ad una viuzza della periferia di Firenze. E, sempre in sette anni, non mi è mai venuto in mente che ci fosse in realtà un motivo ben preciso per dargli quel nome. E invece, lo avrete ormai indovinato, quel motivo c’ è, ed è anche particolarmente curioso.

Infatti, esiste sia la Bizzarrìa, sia il Giardino:

  • la Bizzarrìa, pensate un po’, altro non è che un agrume, una specie di incrocio tra cedro, limone e arancia amara, talmente strano nella forma e nell’ aspetto, che proprio per questo motivo fu denominato bizzarrìa;
  • il Giardino è il piccolo parco di Villa Carobbi, il cui ingresso principale si affaccia su Via di Novoli, nel quale il frutto fu per la prima volta osservato.

Il Giardino della Bizzarrìa, quindi, esiste eccome, e da quello prende nome la strada.

Dell’ agrume ibrido che fu poi chiamato Bizzarrìa si racconta che non se ne aveva concezione alcuna fino al 1644, quando un giardiniere dell’ allora Villa Panciatichi di Torre degli Agli, ottenne la pianta che produceva strani frutti in parte limoni, in parte cedri ed in parte arance; non solo, ma produceva anche sullo stesso ramo frutti di forma diversa, alcuni rotondi come l’ arancia, altri piriformi come il cedro o bitorzoluti come i limoni. Narra in proposito il Redi, in una sua lettera del 1655 al Granduca, che tra le più diverse forme di questo agrume, continuamente cangiante, che aveva osservate, una in particolare gli risultò “bizzarra”: si trattava di un frutto di bizzarrìa che corrispondeva a tre frutti incastrati uno dentro l’ altro. Un limone esternamente, che conteneva un arancia con la buccia e tutto, ed il sapore di arancia; ed infine, al centro, un piccolo cedro.

E la cosa più stupefacente di tutte è che questa pianta famosa presso il Giardino della Villa Panciatichi produsse la bizzarrìa per semplice caso, senza che nessun innesto o procedura di sorta fosse stata applicata. Immaginate lo stupore del giardiniere nel vedere frutti diversi sulla stessa pianta!

Bizzarra anche la vicenda storica della pianta: a causa dei pesanti bombardamenti subiti dai giardini di Villa Panciatichi e della Villa Reale di Castello, si pensava che la pianta fosse andata perduta. E’ stata invece ritrovata negli anni ’80 da Paolo Galeotti, responsabile dell’ Orto Botanico della villa di Castello, e trapiantata presso il Giardino di Boboli e presso l’ Orto Botanico di Firenze, dove è tutt’ ora conservata.