La Passerella pedonale sull’ Arno dalle Cascine all’ Isolotto

Passerella in cemento armato sull' Arno dalle Cascine all' Isolotto

Passerella in cemento armato per l' attraversamento dell' Arno dalle Cascine all' Isolotto

La stretta passerella in cemento armato, sgraziata ma funzionale, che collega le Cascine all’ Isolotto, è una delle costruzioni-simbolo di questa zona di Firenze: tutto il giorno è un via-vai di pedoni, biciclette e, non di rado motorini. Per chi non ha la macchina è il modo più comodo e veloce per arrivare dall’ Isolotto, da Legnaia e borghi limitrofi dentro Firenze, senza doversi immergere nel caos del Viadotto dell’ Indiano o del Ponte alla Vittoria.

Questa passerella presenta una lunga ed interessante storia, oltre che molte curiosità. Intanto è unica nel suo genere, a Firenze, in quanto è l’ unico passaggio sull’ Arno che non consente l’ attraversamento di autoveicoli.

In secondo luogo, se si eccettua il Viadotto che non è un vero e proprio ponte, è l’ ultimo degli attraversamenti dell’ Arno a Firenze seguendo il corso della corrente.

La cosa più interessante sono però i suoi trascorsi storici: prima della attuale passerella in cemento armato c’ era infatti una passerella in legno, fatta di semplici tavole disposte perpendicolarmente al corso della corrente. Ma non solo: l’ altra differenza rilevante rispetto al passato è che la passerella in legno era “a pago”, ovvero c’ era da pagare una somma come “pedaggio” del ponticello.

I collegamenti stradali col centro cittadino dei borghi di San Quirico, Legnaia, San Bartolo e così via, erano infatti assicurati dal tram “9”, ma dato che l’ Azienda dei Trasporti utilizzava su questo percorso gli autobus più vecchi e malandati, non di rado capitava che il bus, che faceva capolinea in Piazza dell’ Isolotto, dopo aver percorso via Torcicoda, via de’ Mortuli, via del Palazzo dei Diavoli e via Bronzino, giungendo al Ponte alla Vittoria non ce la facesse a superare, a pieno carico, la sua pur lieve pendenza, ed allora bisognava scendere e talvolta persino spingere la vettura.

L’ alternativa, per chi non voleva usare il tram, era attraversare l’ Arno a bordo del barcone pilotato da un certo Renato, oppure usufruire della traballante passerella in legno che costava esattamente quanto il barcone: 20 lire a testa, che diventavano 30 se si aveva un mezzo a motore da portare di là dal fiume.

Il problema è che il costo per il passaggio, seppure non elevatissimo, era comunque eccessivo per molti degli abitanti nella zona di Oltrarno opposta alle Cascine, che era da sempre una delle più svantaggiate della città in termini economici. Inoltre, in caso di piena il servizio era sospeso.

La passerella in muratura prese il posto di quella in legno soltanto nel 1962, quando fu realizzata su progetto degli ingegneri Damerini e Scalesse: ha raggiunto quindi, in questo 2012, il suo primo mezzo secolo di onorato servizio.

Pubblicato il 4 aprile 2012, in Edifici ed altre costruzioni artistiche e monumentali con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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